Come scegliere effetti per chitarra
CONSIGLI PER I PRINCIPIANTI
Gli effetti più apprezzati e più utilizzati in assoluto sono quelli di tipo Distortion. Questi effetti modellano il suono della chitarra elettrica conferendogli quel carattere particolare tanto sfruttato dai generi rock e metal. Senza tale modellamento la chitarra elettrica avrebbe più o meno lo stesso suono di una chitarra acustica.In caso di necessità i nostri esperti saranno lieti di consigliarvi sulla scelta al numero di telefono +39 0598 376 475 (Ci dispiace, ma attualmente non siamo al telefono) o all’indirizzo e-mail
- 1 - Potenziometri per l’impostazione dell’effetto
- 2 - Connettore per adattatore di rete
- 3 - Ingresso per chitarra
- 4 - Interruttore dell’effetto
- 5 - Uscita per amplificatore
Suddivisione di base degli effetti per chitarra:
Gli effetti di tipo Overdrive imitano il “risveglio” di un amplificatore valvolare. Il suono della chitarra elettrica è dunque tipicamente “rauco” e “sporco”. L’Overdrive si è affermato a livello generale negli anni ‘60.
L’effetto Distortion può essere semplicemente descritto come un ulteriore livello di modellamento del suono. Rispetto all’Overdrive, la distorsione è ancora più aggressiva, ha una coda più lunga ed è caratteristica di tutti i generi metal.
L’equalizzatore è noto grazie ai lettori hi-fi e dispositivi simili. Serve per amplificare o affievolire determinate frequenze come bassi, medi e alti. Questi effetti rafforzano/riducono la frequenza in una data banda di circa +- 12 – 20 decibel.
Gli effetti Phaser modificano il volume della banda di frequenza scelta e, al tempo stesso, aggiungono al segnale originario una sua copia spostata in termini di fase. All’atto pratica sembra quasi che il Phaser respiri.
Tra gli effetti di più antica data figura il Tremolo o vibrato. Grazie alla facile realizzazione tecnica è stato assai spesso incorporato negli impianti come Vox o Fender. In linea di principio non fa altro che ridurre e poi subito rafforzare di nuovo il segnale ripetutamente e regolarmente, con possibilità di regolazione della velocità del segnale stesso. Una sua buona e sensibile impostazione permette di ottenere un effetto estetico, dondolante e intermittente, senza cambiare assolutamente il carattere risultante o l’altezza del suono.
A partire dalla metà degli anni ’70 sono stati sviluppati effetti modulatori come Chorus, Echo digitale e soprattutto Reverb. Si tratta di uno degli effetti più utilizzati in assoluto. È parte integrante delle impostazioni originarie, ovvero di fabbrica, di numerosi impianti per chitarra. Concede maggior spazio al suono (secondo l’impostazione dei parametri) e si addice sia a piccole sale che a spazi di enormi dimensioni dove l’eco è assai più potente.
Il Chorus cerca di riprodurre l’unisono di diversi strumenti, ripartendo il segnale e – successivamente – mescolando un altro segnale a quello originario (leggermente adattato). In particolare, nell’impiego di chitarre pure (con suono non modellato), l’effetto Chorus attribuisce al suono maggior volume e ricchezza. Il Chorus offre risultati particolarmente apprezzati se collegato in modalità stereo. In ogni modo anche in modalità mono la resa non è affatto sgradevole.
Negli anni ’50 hanno visto la luce quelli che erano i primi effetti Delay; successivamente, nella metà degli anni ’70, la società EHX ha introdotto l’ormai celebre Delay Memory Man. In parole povere il Delay crea un’eco che viene più volte ripetuta e ritorna nel suono in base alle impostazioni eseguite. Il suono ripetuto è la copia esatta di quello originario da voi suonato; ad ogni ripetizione di questo suono si abbassa però il volume dell’eco.
Tra i chitarristi l’effetto Wah-wah è a volte semplicemente chiamato anche solo wah. Si tratta di un caratteristico suono gracido prodotto premendo un pedale (in genere compreso in dotazione quando si acquista questo effetto).
Questo tipo di effetto è assai apprezzato specie dai musicisti solisti che si dedicano alla chitarra acustica o anche elettrica. Il Looper consente infatti di “avvolgere” il suono alla chitarra e riprodurlo secondo la durata richiesta. Vale a dire: avviate il Looper, suonate una qualsiasi base con la chitarra, e il Looper la ripeterà in continuazione. Su questo “loop” potrete poi suonare melodie, cantare, ecc.